Scorrere verso il basso
Scorrere verso il basso
Scorrere verso il basso
Nella religione Hindu, il rito più importante è la Puja, pratica svolta quotidianamente durante il tramonto. Esso consiste in un saluto al sole ed è un omaggio alla divinità più importante del Pantheon indiano, Shiva.
Per la mitologia Hindu, ogni giorno infatti, l’intero Universo si crea con l’innalzarsi del sole in cielo e si distrugge con l’avanzare delle tenebre: durante la notte, Shiva combatte una lotta eterna contro il proprio alter ego Kali, divinità della vendetta, del sangue e della distruzione.
Ad ogni alba il vincitore è Shiva e il sole splende alto nel cielo dando vita ad un nuovo giorno.
Per quanto riguarda la figura di Kali, invece, si narra che la stessa sia nata quando si verificò l’esigenza di sconfiggere un demone, metà uomo e metà toro, capace di moltiplicare se stesso grazie ad ogni goccia di sangue che cadeva sulla terra dalle ferite allo stesso inferte durante i combattimenti.
Questo demone era imbattibile. Uccideva ogni essere vivente che trovava davanti al proprio cammino ed era capace di sconfiggere persino le divinità Hindu.
Dopo l’ennesima sconfitta, le divinità si riunirono e decisero di provare il tutto per tutto: recuperarono il corpo di una donna e all’interno di esso riversarono tutto l’odio che provavano nei confronti del loro temibile avversario. Diedero così vita a Kali, uno spirito indomabile, colmo di rabbia e di energia, capace di distruggere ogni cosa e che, grazie a tali poteri, divenne il perfetto alter ego di Shiva, soprannominato “il creatore”, “il benefattore”, “il giusto”.
Non appena la nuova creatura plasmata dalle divinità prese coscienza di se stessa, venne mandata a combattere contro il demone, il quale perì dinnanzi ai colpi di Kali.Kalì, tuttavia, si accorse presto che da ogni goccia di sangue nasceva un nuovo demone e così, stanca di continuare questa infinita partita, decise di allungare la propria lingua e di cogliere le gocce di sangue prima che queste ultime potessero sfiorare la terra.
In questo modo, grazie alla sua tenacia, alla sua ferocia e alla sua infinita energia riuscì a liberare l’intera umanità da questo demone che stava decimando l’intera razza umana.
Il vero problema si propose però solo in seguito: quale sarebbe stato il destino di Kali, un essere che era stato utile al fine di uccidere il demone, ma ormai diventato troppo forte persino per il potente Shiva?
Il Pantheon Hindu decise quindi di confinare lo spirito di Kali dentro il corpo di Shiva, in modo da bilanciare le due energie, quella del male e quella del bene, dentro ad un’unica figura.Ed è per tale motivo che Kali viene disegnata con il piede sopra il suo alter ego: si narra infatti che Kali, figlia delle tenebre, possa liberarsi solo di notte, quando cioè Shiva nel corso del suo sonno, non è in grado di mantenere il controllo interiore tra il bene e il male, lasciando la dea libera di vagare nel buio.
È facile quindi comprendere come la filosofia Hindu sia di una finezza oltre ogni confine: le divinità per sconfiggere il male, hanno creato un male ancora più grande!
Qui di seguito troverete le foto di quello che viene definito “La Puja Nera”, un rituale svolto dagli “Aghori”, ovvero i seguaci della dea Kali, subito dopo la mezzanotte, durante l’arrivo della notte più buia.
Solitamente gli Aghori sono dediti a cibarsi di carne umana e a compiere sacrifici animali in modo da versare del sangue per compiacere la sete della divinità. Il rito si svolge con la ripetizioni di mantra appositamente recitati per richiamare l’attenzione di Kali.
Una volta giunti a tale momento, il sacerdote si trova ad impersonare la divinità mettendosi intorno al collo una collana composta da 11 teschi umani, e prosegue, decapitando due animali da latte: il loro sangue viene fatto scorrere in una coppa di riso e successivamente il loro corpo, sprovvisto del cuore, viene gettato in mezzo alle fiamme (elemento centrale della preghiera).
Il rituale prosegue poi con una benedizione per gli adepti ed i pochi partecipanti ammessi (in questo caso solo io) e si conclude con una sorta di esorcismo da parte dell’Aghori verso suoi discepoli e ringraziamenti alla divinità.
Le foto che vedrete sono estremamente rare, perché non è assolutamente semplice entrare in contatto con queste realtà ed avere la possibilità di muoversi al suo interno con la macchina fotografica.